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Prodotti tipici

Prodotti tipici


Nel Biellese le risorse del territorio derivanti da un'agricoltura poco redditizia e da una pastorizia diffusa hanno inciso profondamente sulla cucina tradizionale. Tra i formaggi tipici della Valle Cervo (dove, come nel resto del Biellese, sovrana resta sempre la toma) vi sono il Bëddo, prodotto nel comune di Pralungo e nella Conca di Oropa, e il Macagn, formaggio a latte intero, esclusivamente di origine bovina, a breve o moderata stagionatura (15-60 giorni), prodotto anche nelle vicine Valli di Mosso, Sessera e Valsesia. Insieme con i prodotti caseari, le zuppe, le minestre e la polenta sono le vere protagoniste di una cucina che ha origini genuinamente rustiche. Da segnalare il Ris ën cagnun (l'antico piatto nuziale della valle) ottenuto facendo bollire il riso in acqua e aggiungendo poi Macagn e burro fuso, mantecando fino ad ottenere un agglomerato compatto ed uniforme. E ancora, la minestra Ris, castëgne e lacc, che si ottiene dalla cottura delle castagne secche in acqua e latte, con l'aggiunta finale di un po' di riso; la Polenta conscia, ottenuta con polenta piuttosto liquida con l'aggiunta finale di Macagn o bëddo e burro fuso leggermente dorato; la Bagna càuda, vera prelibatezza ottenuta dalla cottura di acciughe, in olio e burro, con l'aggiunta di aglio e peperoncino, nella quale si intingono verdure tipicamente autunnali. Tra le specialità dolciarie, torcetti, paste ëd melia (a base di farina di mais), Torcetùn (torcetti di grandi dimensioni con impasto meno ricco) e Fiacà (tipico dolce di carnevale) sono ancora prodotti secondo le ricette tradizionali ad Andorno.
Un cenno di riguardo merita poi il Ratafià d'Andorno, ricavato dalla macerazione alcolica di ciliegie selvatiche. Il Ratafià, liquore di frutto, è uno dei più antichi e caratteristici prodotti piemontesi. Il suo nome deriva probabilmente da una frase che veniva pronunciata in latino, dai notai e dai funzionari ministeriali, in occasione della stipulazione di atti e trattati al momento del brindisi conclusivo con un liquore a base di frutta: "Et sic res rata fian" ("E così le cose trattate vengano eseguite"), che ebbe un'evoluzione nella parte finale in "Ratafiat". Alcune leggende fanno risalire l'origine del Ratafià intorno al Mille, ma nulla vi è di documentato in questo senso. Certo è, però, che nel 1600, nel monastero di S. Maria della Sala di Andorno, si produceva il Ratafià di ciliegie, il quale in seguito divenne una lavorazione caratteristica di alcune famiglie del paese, tanto da assumere il nome di Ratafià d'Andorno. Il Ratafià fu comunque uno dei liquori sovrani del Settecento e dell'Ottocento. Preparato con il succo delle ciliegie nere con una leggera gradazione alcolica, zucchero, aromi e colore naturali, si beve liscio o con ghiaccio. E' anche un eccellente ingrediente nella preparazione dei dolci più prelibati, con le fragole, con la macedonia e col gelato. Ad Andorno la produzione di Ratafià ottenne uno slancio nuovo con la fondazione della Casa Giovanni Rapa, il cui titolare, uscendo da quella che era la tradizione locale, volle studiare e produrre, accanto al Ratafià di ciliegie, anche quello di noci e di ginepro. Nel 1880, poi, la produzione venne completata con la proposta di amari che ancora oggi vengono prodotti. Per la sua invidiabile produzione, Giovanni Rapa ottenne numerosi riconoscimenti fra il 1891 e il 1914. A Milano, nel 1914, ottenne la Gran Croce dei "Benemeriti del lavoro".