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27 - Montesinaro - Monte Bo



Luogo di partenza: Montesinaro
Luogo di arrivo: Monte Bo
Dislivello: 1524 m
Tempo di percorrenza: 4 ore


27 - Montesinaro - Monte Bo


A Montesinaro (1032 m), frazione di Piedicavallo, si prosegue in auto lungo la carrozzabile che, lasciando a destra il cimitero, con un'ultima breve impennata raggiunge un piccolo slargo dove è posta una sbarra che impedisce di proseguire. Posteggiata l'auto, si prende un ripido sentiero che sale nel prato ed in breve raggiunge la mulattiera E70 (il primo tratto è ora una strada interpoderale) che proviene dalla parte bassa della frazione. La si segue verso destra inoltrandosi nel bosco, in prevalenza faggi, con pendenza limitata superando i piccoli insediamenti del Pianlino (1180 m) e della Pianazza (1232 m) fino a sbucare su pendii più aperti in prossimità dell'alpe Le Piane di Montesinaro (1320 m) dove, su alcune baite, si possono ancora notare i segni delle catastrofiche valanghe della primavera del 1984. Con qualche ampio tornante si guadagna quota risalendo il versante sinistro del vallone per poi guadare un ramo del torrente Chiobbia. Si lasciano a destra, al di là di un altro rio, le belle casere dell'alpe Piana degli Agnelli (1580 m) e si prosegue verso un tratto nel quale la pendenza aumenta. Con strette svolte si sbuca al di sopra del tratto più ripido, nelle vicinanze dell'alpe Finestre (1741 m). Si continua a seguire la ben evidente mulattiera per giungere al bivio dal quale si stacca il sentiero che sale al monte Bo (la mulattiera prosegue invece verso la vicina bocchetta del Croso. Imboccato il nuovo sentiero E74, con alcune svolte si vince un po' di dislivello risalendo per un tratto il versante della punta Rusca, prima di spostarsi gradatamente in piano verso destra per raggiungere l'alpe Giasset (1920 m). Si riprende a salire su pendenza accentuata lungo un pendio erboso alquanto ripido ed infine, nuovamente tendendo verso destra, si raggiunge l'alpe Balmone (2177 m), l'alpeggio più elevato delle Alpi Biellesi, addossato ad un grosso masso ed ormai da tempo abbandonato. Il sentiero, sempre ben segnalato con tacche sul terreno e numerosi ometti di pietra, prosegue nel centro del vallone e raggiunge la cosiddetta "Piazza d'armi", ampia conca rocciosa a forma di anfiteatro. Si punta al colletto che separa la Cima di Bo (a destra) dalla punta del Talamone e lo si raggiunge procedendo tra grossi massi e, talvolta anche in estate, su residui di nevai in ultimo un po' ripidi (2460 m). (Attenzione: soprattutto al mattino, vista l'esposizione, la neve può essere dura e potrebbe essere utile una piccozza). Dal colletto il sentiero sale ripido sul lato destro della cresta per poi scavalcarla e proseguire nei pressi del filo con percorso aereo, ma sicuro, fino alla vetta, dispensatrice di panorami indimenticabili sia sui monti, sia sulla pianura (2556 m). Poco sotto la cima, dominante dall'alto la Valdescola, è situato il Bivacco Padre Mauro Antoniotti, recentemente ristrutturato. Questo itinerario è molto frequentato anche in primavera con gli sci. Occorre però essere dei buoni sciatori-alpinisti.

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