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11 - Piedicavallo - Rifugio A. Rivetti
Luogo di partenza: Piedicavallo
Luogo di arrivo: Rifugio A. Rivetti
Dislivello: 1113 m
Tempo di percorrenza: 2 ore 30 min
Da Piedicavallo (1037 m) si imbocca la mulattiera che sale fiancheggiando la Chiesa Parrocchiale. In alternativa, se si lascia l'auto al Parco delle Ravere, si sale alla piazzetta del parcheggio poco più in alto e, lasciando a sinistra la mulattiera che sale al Lago della Vecchia, si segue il selciato che sale tra le abitazioni. Attraversato un ponticello in ferro e legno, ancora tra le case, si svolta a sinistra e ci si immette nella mulattiera (E60). Poco più avanti si attraversa un rio ed il percorso prosegue in moderata pendenza assai vicino al torrente Mologna in luoghi ombrosi per la presenza di folti alberi. Dopo una cappella piuttosto malandata, la mulattiera accentua la pendenza e con due svolte ravvicinate si inoltra nella frazione Montà, un suggestivo gruppo di case rustiche con un oratorio, costruito sull'orlo del pianoro morenico lasciato dal fronte del ghiacciaio in un intervallo della fase di ritiro, e successivamente lavorato dalle acque. A questo punto la valle cambia aspetto, sia dal punto di vista morfologico, in quanto si amplia, sia da quello botanico, poiché la vegetazione assume ora caratteri eliofili. Attraversata la Montà, poco più a monte si perviene al ponticello che conduce alle Piane, gruppo di casolari sul detto ripiano morenico. Lasciato a sinistra il ponticello, la mulattiera continua a salire dolcemente sempre sulla sinistra orografica del torrente. Ben presto appare la rupe sulla quale poggia il rifugio Rivetti, mentre vicina si alza la costruzione dell'ex ristoro Olimpia; più in alto di questo è visibile la caratteristica sagoma rocciosa della Mitria. Dopo qualche svolta si giunge all'alpe Anval (1643 m). Qui è posto un bivio; a sinistra la mulattiera prosegue per il colle della Mologna Piccola, mentre proseguendo diritto il sentiero E60 si inerpica rude a monte delle casere per guadagnare un ripiano che funge da collettore per le nevi che vi precipitano da tre lati e sul quale sorgono i resti dei ricoveri dell'alpe Pianel (1743 m). Seguendo i segni o proseguendo sulla neve pressata, a secondo della stagione, ci si pone sul fianco destro orografico della valle, dove il sentiero volteggia per superare un pendio alquanto accentuato, oltrepassa una sorgente e mantiene grosso modo la direzione fin dove si stacca a destra l'erta scorciatoia (indicata da segnali) che più direttamente sale al rifugio. Il sentiero principale tende invece a sinistra fino a sboccare su un altro ripiano erboso, ma stretto da massi franati dalla soprastante punta dei Gemelli; qui furono costruite le casere dell'alpe Lavazei (2048 m). Avendo ora ben visibile a N la costruzione del rifugio, si riprende a salire per il pascolo sempre più pietroso, poggiando poi decisamente a destra, in traversata si giunge al Rifugio Rivetti (2150 m). Dal rifugio si può percorrere l'itinerario 32, oppure, salendo fino al Colle della Mologna Grande, percorrere la cresta dei Lazoney in direzione dell'omonimo colle, oppure ancora, sempre dal Colle della Mologna Grande, raggiungere il Colle della Mologna Piccola (vedi itinerario 26) attraverso i Gemelli della Mologna. Queste ultime due escursioni richiedono capacità alpinistiche. Dal colle della Mologna Grande la GTA (Grande Traversata della Alpi) raggiunge il colle di Lazoney e poi il passo del Macagn per scendere poi all'alpe Macagn e di qui a Riva Valdobbia, in Valsesia. Infine gli amanti dell'arrampicata potranno cimentarsi sulla palestra attrezzata situata appena a monte del rifugio in prossimità della cappelletta posta sul sentiero che sale al colle; in questo caso occorre essere attrezzati di rinvii, corda, moschettoni e casco.
Documenti allegati:
Cartina escursione 11 (120,36 KB)
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