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La Chiesa Parrocchiale

La parrocchia di Campiglia Cervo, con il cimitero, ha una giurisdizione vasta, che comprende buona parte dei limitrofi territori di Quittengo e San Paolo Cervo. Nel 1575, fu tra le prime parrocchie della Valle d’Andorno a staccarsi dalla chiesa matrice di San Lorenzo di Cacciorna e il suo oratorio, già dedicato a San Martino, patrono nazionale dei Franchi, fin dal maggio 1207 è citato nella bolla di papa Innocenzo III tra quelli soggetti alla giurisdizione canonica del Capitolo di Santo Stefano di Biella.
Già nel 1580 l’originario oratorio, nel frattempo dedicato a San Bernardo da Mentone e a San Tommaso Apostolo, e più tardi ai SS. Bernardo e Giuseppe, era stato ampliato e conteneva il grandioso polittico di Bernardino Lanino, raffigurante i Santi patroni della Valle, commissionato dalla comunità locale al grande pittore vercellese, nel 1565, in vista dell’erezione a Parrocchia. Questa tela fu fatta restaurare da Federico Rosazza nel 1871 e ultimamente, nel 1997, per iniziativa del Doc.Bi e del gruppo giovani imprenditori dell’Unione Industriale di Biella.
Un altro quadro pregevole contenuto nella chiesa è quello raffigurante la crocifissione di Cristo del pittore locale Giovanni Antonio Cucchi, divenuto nel 1700 direttore dell’Accademia ambrosiana di Milano. Notevoli sono le opere di scultura in legno realizzate da Bartolomeo Termine e Pietro Antonio Serpentiero e complete le registrazioni anagrafiche, a partire dal 1575, contenute nell’archivio parrocchiale.
Il campanile, a pianta quadrata, di aspetto imponente, ultimato nel 1653 come attesta l’incisione posta sull’architrave di un’apertura, fu eseguito con grande perizia da abili maestranze coadiuvate per il trasporto e la lavorazione delle pietre dal concorso volontario degli abitanti.
Il camposanto, per molti anni situato in contiguità della chiesa, fu trasferito nel 1853 in sponda destra del torrente Cervo, a valle della frazione Oretto, con alcuni sepolcri che si trovavano all’interno del tempio.
La cappella di Ritert, dedicata alla madonna Addolorata e a San Rocco, caratteristica per l’attraversamento porticato della strada, fu costruita dalla popolazione nel 1641, in ringraziamento per il cessato pericolo della peste, propagatasi a partire dal 1629. La pestilenza aveva fatto molte vittime in Valle, tanto che la comunità dovette ricorrere a monatti svizzeri di Zermatt per il trasporto dei cadaveri nelle fosse comuni del cimitero.