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Visita - Secondo Piano

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G - LE ETA' DELLA DONNA
La donna è stata l’elemento forte e di riferimento della società valligiana, che in assenza dell’uomo emigrato ha trasmesso gli insegnamenti e i valori della tradizione. Impegnata in lavori rurali, edìli e soprattutto nei trasporti a dorso di ogni tipo di carico con la gerla, manteneva con il suo pesante lavoro la famiglia, mentre il guadagno dell’uomo serviva per le evenienze straordinarie e il risparmio. In questa stanza si è voluto rappresentare il ciclo della vita: la nascita, la morte, il matrimonio, la maternità. Sono esposti oggetti e fotografie: il costume festivo e da lavoro, alcuni corredi da bambino, antichi inventari dotali (fardelli da sposa o stimarie della lingeria), il girello, nel quale il bambino poteva muovere qualche passo avanti e indietro (andarin), la culla, il matrimonio nella versione civile e religiosa (5 maggio 1905, a Piedicavallo), alcuni gruppi di ragazze di Montesinaro con schema grafico (1887), corredi dotali, marchi a fuoco per oggetti in legno, il portacatino con la specchiera, alcuni giochi per bambini e fasce da neonati.

H - L'ARTIGIANATO FEMMINILE
La donna valligiana nei momenti liberi dalle occupazioni rurali e dal lavoro nei cantieri, specie nei mesi invernali, frequentava presso una sarta del paese corsi liberi di taglio, cucito e ricamo; sapeva confezionare gli “scapin”, le camicie e gli abiti ordinari. Coltivava e filava la canapa, dopo averne raccolto gli steli, composti in mannelli, che essiccava al sole e macerava in pozze d’acqua; al mercato di Biella barattava il filo con pezze di canapa, tessute in altre vallate, che orlava e ricamava per il corredo. In questa stanza sono esposti abiti, fotografie, la macchina da cucire a pedale, la stufetta a carbone in ghisa a sei facce, che consentiva di avere sempre ferri da stiro a piastra caldi da utilizzare, oltre ad alcuni attrezzi.

I - LA VIDEOTECA
Questa stanza attrezzata con sedie e visore per trasmettere filmati ha la funzione di aula didattica e di locale per esposizioni temporanee. È stata dedicata a Nello Casale (05.06.1929 – 05.02.1997), poeta, sindaco di Quittengo e presidente della Comunità montana, grande amministratore e maestro di vita per i molti che da lui hanno tratto esempio di impegno sociale e di rigore morale. È stato un sensibile diffusore della cultura locale e più di ogni altro ha saputo valorizzare la singolare identità del territorio valligiano e infondere un forte orgoglio comunitario, la fierezza dell’appartenenza ad un piccolo territorio montano, di scarso peso demografico, ma capace di contrastare le spinte omologatrici provenienti dai modelli cittadini che tendevano ad annullare le specificità della Valle. Sue poesie in lingua locale, con traduzione in italiano, sono esposte alle pareti.

L - LA CAMERA DA LETTO
La stanza è arredata con il letto a barca (lecc), il cassettone, la stufa in ceramica di Castellamonte (franclin), il comodino contenente il pitale (topin da nòcc), il cassone del corredo, quadretti a ricamo eseguiti da una figlia (Clementina Rosazza Bertina) in ricordo della madre morta, lo scaldaletto a incastellatura (monia), scaldini da letto in rame e scaldapiedi in terracotta (bojote e cruz), il recipiente in cotto per contenere la brace (coco, o preive), il portacatino con il secchio e la brocca, stendardi e immagini religiose, la valigia da viaggio, trapunte, copriletti e abiti maschili e femminili.